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FANGO
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FANGO.
Definiz: Sost. masc. Terra intenerita dall'acqua; e dicesi più specialmente di quella delle strade.
Franc. fange; provenz. fanc, fanch, faing; catal. fang; spagn. fango; tutte voci che avrebbero origine, secondo alcuni, dal latino famex, che propriamente denotava tumore od anche sangue coagulato; e, secondo altri, avrebbero un'origine germanica da fani, o fanïe, fango. –
Esempio: Rim. Ant. F. Guinizz. Guid. 1, 92: Fere lo sol lo fango tutto 'l giorno, Vile riman, nè il sol perde colore, ec.
Esempio: Machiav. Pros. var. 8, 96: Entro nel mio scrittoio, ed in sull'uscio mi spoglio quella veste contadina, piena di fango e di loto, e mi metto panni reali e curiali.
Esempio: Ar. Orl. fur. 20, 109: E portarla anch'un pezzo non le spiacque, Fin ch'a miglior camin la ritornasse, Fuor d'un gran fango.
Esempio: Domen. Plin. 218: Fu inventore di lavori i quali si fanno di fango, avendo tolto l'esempio da' nidi delle rondini.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 22: Sì egli è desso; E debbe tornar or, chè gli è coperto Di fango, e bene.
Esempio: Davil. Guerr. civ. 3, 134: Le pioggie ed i fanghi che in Borgogna sono continui, ec.
Esempio: Salvin. Podagr. Luc. 21: Toccava innanzi con vie maggior fretta, Ma il fango rattraea le inferme piante.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 24: Ora dentro un pantan tutto rimango, E n'esco tutto carico di fango.
Esempio: Niccol. Strozz. 2, 10: E quando ei passa Divorando la via col suo corsiero, Sparga su te fango e disprezzo.
Definiz: § I. In locuz. figur. –
Esempio: Dant. Purg. 16: Di' oggimai che la Chiesa di Roma, Per confondere in sè duo reggimenti, Cade nel fango, e sè brutta e la soma.
Esempio: E Dant. Purg. 19: Un mese e poco più prova' io come Pesa il gran manto a chi dal fango il guarda.
Esempio: Alam. L. Op. tosc. 1, 86: Oggi e non pria cognosco esser nel fango D'esta palustre vita.
Definiz: § II. Per similit., e in senso dispregiativo. –
Esempio: Tass. Gerus. 4, 10: E poscia (ahi quanto a ricordarlo è duro! Quest'è quel che più inaspra i miei martiri) Ne' bei seggi celesti ha l'uom chiamato, L'uom vile, e di vil fango in terra nato.
Esempio: Leopard. Poes. 145: Su l'ossa e il fango Immobilmente collocato invano, Muto, mirando dell'etadi il volo, Sta, di memoria solo E di dolor custode, il simulacro Della scorsa beltà.
Esempio: E Leopard. Poes. appr.: Or fango Ed ossa sei.
Definiz: § III. E figuratam. pure in senso dispregiativo, detto sia del corpo dell'uomo, sia di persona. –
Esempio: Dant. Rim. 209: Vedete gir nudi Per colli e per paludi Uomini, innanzi a cui vizio è fuggito; E voi tenete vil fango vestito.
Esempio: Niccol. Strozz. 2, 1: Han gli Spagnuoli Occupato il castel. C. Fango di corte, Codardi, e pochi.
Definiz: § IV. Per la Materia limacciosa del fondo di fossi, paludi, e simili; Belletta, Melma. –
Esempio: Dant. Inf. 8: Mentre noi correvam la morta gora, Dinanzi mi si fece un pien di fango, E disse ec.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 393: Caverai il fango del fondo con una rete grossa e ronchiosa.
Definiz: § V. E dicesi in particolare alla Belletta di certi luoghi pantanosi, la quale per le sostanze che in sè contiene serve a cure mediche. Onde Fanghi è nome che si dà a un Luogo melmoso dove si facciano immersioni da coloro che sono affetti da certe malattie. –
Esempio: Vallisn. Op. 2, 431: Il Cerusico d'Abano.... asserì.... d'avere trovati nell'escavare i fanghi arroventati d'una di quelle fonti, che dalla sommità ec.
Esempio: E Vallisn. Op. 2, 481: Inutili pure per ordinario, e qualche volta ridevoli, sospetto essere tante unzioni, empiastri, fanghi, fomenti, sparadrappi, cataplasmi ec.
Esempio: Bicchier. Bagn. Montecat. 225: Le fu prescritta l'apposizione del fango della terma alla faccia nell'ore della notte.
Esempio: E Bicchier. Bagn. Montecat. 227: Nel decorso d'un mese.... non fu mai intermesso l'uso della doccia e del fango.
Definiz: § VI. Fango usasi in senso figurato e con relazione al mondo, alla vita terrena, all'umana condizione, in quanto sono pieni di peccato, di colpe, di viltà, ed altresì di miserie, di pericoli, travaglj, e simili. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 193: La morte è fin d'una prigion oscura Agli animi gentili; agli altri è noia, C'hanno posto nel fango ogni lor cura.
Esempio: Ar. Orl. fur. 43, 171: Ben grande è 'l mio fallir, poi che mi serra Di questo fango uscir per la tua traccia.
Esempio: Alam. L. Op. tosc. 1, 429: Lasso! nel fango è la passata etate, E di quella a venir son l'ore incerte.
Esempio: Cas. Rim. 1, 9: Io, che l'età solea viver nel fango, Oggi, mutato il cor da quel ch'i' soglio, D'ogni immondo penser mi purgo e spoglio.
Esempio: Tass. Lett. 2, 499: Cercate di purgar la parte divina da questo fango della nostra umanità, ec.
Esempio: Pallav. Perfez. crist. 317: Il piacere de' due sentimenti più bassi (il gusto e il tatto), che per esser troppo attrattivo al fango e distrattivo dal Cielo, è a noi lecito tanto e non più, quanto vale a discreto rimedio delle nostre corporali indigenze.
Esempio: Forteguerr. Cap. 261: So che in tresca sì brutta e disonesta Chi entrar ricusa, avranne onta e rimbrotti Da chi nel fango ha confìtta la testa.
Definiz: § VII. E pur figuratam., con un compimento come vizio, peccato, e simili, a denotare la bruttura, la turpitudine, la viltà di quelli. –
Esempio: Collaz. SS. PP. 126: Tu ti vedrai liberato dal fango di quei peccati.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 15: Una donna disonesta, che sta sepolta nel fango delle sue laidezze.
Esempio: E Segner. Crist. instr. 38: Il fango delle vostre disonestà.
Definiz: § VIII. E altresì figuratam. e poeticam., parlandosi di popolo o nazione, serve a denotare Stato misero, abietto, Condizione vile. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 251: Pon mano in quella venerabil chioma Securamente, e nelle trecce sparte, Sì che la neghittosa [Italia] esca del fango.
Esempio: Mont. Poes. 1, 249: Svegli L'addormentata Italia, e alla ritrosa Le man sacrate avvolga entro i capegli, Sì che dal fango suo la neghittosa Alzi la fronte.
Definiz: § IX. E parlandosi di persona, usasi familiarmente a denotare Condizione abietta, Stato di grande miseria, e simili, e per lo più nella maniera Raccogliere dal fango o Uscire dal fango. –
Esempio: Pataff. 3: Del fango ha tratto 'l cul, ch'era vassallo.
Esempio: Bocc. Laber. 189: Pensa che tu non mi ricogliesti del fango; e Dio il sa chenti e quali erano quelli che se l'avrebbon tenuto in grazia d'avermi presa senza dote, e sarei stata donna e madonna d'ogni lor cosa.
Definiz: § X. Fango, per similit. e familiarmente, usasi a significare Cosa guasta e corrotta: dicesi di cose molli, e più spesso di frutte, erbaggi, e simili, e adoperasi ordinariamente coi verbi Fare fango, Divenire fango, Ridurre fango. –
Esempio: Lambr. Bach. Set. 207: E per di più voi avete il fastidio e il perditempo continuo dello scegliere i bozzoli vuoti dai non ancora sfarfallati; gli ultimi de' quali diventano fango.
Esempio: E Lambr. Bach. Set. 213: Ma poi, chi m'insegna un modo di tenere in serbo i maschi di una grossa partita di bozzoli, in guisa che non si spelino e non si spossino col dibattersi, e non diventino fango per gli umori di che si imbrattano e si inzuppano gli uni gli altri?
Definiz: § XI. Fango serve a denotare figuratam. Intrigo, Imbroglio, Impaccio, Difficoltà, per lo più coi verbi Cavare dal fango, Levare dal fango, Trarre dal fango, Trovarsi nel fango, Uscire dal fango, e simili. –
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 156: Non penso mai più impantanarmi in simil fanghi, donde non esce a ben se non chi è uno stivale affatto.
Esempio: Fag. Comm. 5, 331: Ci siam fatte portar rispetto, e stimare come si deve: non siam affogate 'n un bicchier d'acqua: noi abbiam sapute uscir nette de' fanghi.
Esempio: Murat. Dissert. Antich. ital. 2, 229: Qui ancor io mi truovo nel fango, nè so uscirne.
Definiz: § XII. E in locuz. figur., ed in senso equivoco. –
Esempio: Grazz. Pros. 11: Uno scorzone da macinare a raccolta, e un cavallotto, vi so dire, da cavare altrui d'ogni fango.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 22: Voi dovete Avere una bestiaccia molto debole. L. La bestia è vantaggiata; che se bene Ell'ha del tempo, ell'è però ferrigna. N. Le strade son cattive. L. Ella m'ha già Levato d'altri fanghi e d'altri fondi.
Definiz: § XIII. Di fango, usato a modo di aggiunto, e detto poeticam. di uomo, cuore, anima, ed altresì di età, secolo, e simili, vale Abietto, Vile, Da nulla. –
Esempio: Leopard. Poes. 50: Tanto che in fine Questo secol di fango o vita agogni E sorga ad atti illustri, o si vergogni.
Esempio: Niccol. Strozz. 3, 9: Alme di fango! Mente costui.
Definiz: § XIV. Dar nel fango come nella mota, si disse per Parlare senza riguardo di chicchessia; ed altresì per Esser pronto a mettersi a qualunque cimento. –
Esempio: Bern. Mogliazz. 15: E son gagliardi, e son di que' del Ruota, E dan pel fango come nella mota.
Esempio: Varch. Ercol. 115: Dar nel fango come nella mota, è favellare senza distinzione, e senza riguardo così degli uomini grandi, come de' piccioli.
Definiz: § XV. Fare fango delle proprie parole, è maniera che vale Non tenere in conto alcuno la parola data, Mancarvi sconvenientemente, e senza curarsi di nulla. –
Esempio: Varch. Suoc. 4, 5: Perchè mancar di fede, e far delle mie parole fango non voglio per nulla.
Esempio: Vai Rim. 13: Ed è ver ch'io rimango, Spietato, a bocca asciutta, Solo perchè tu fai Di tue parole fango?
Esempio: Lipp. Malm. 5, 34: Che tu non pensi, avendoti promesso, Ch'io faccia fango delle mie parole.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 338: Non uso far di mie parole fango.
Esempio: Fag. Comm. 5, 349: Bell'azioni, far delle palore fango, e far le scritture failse.
Definiz: § XVI. Gettare alcuno nel fango, Buttare, e simili, alcuno nel fango, vale figuratam. Deprimerlo grandemente, Avvilirlo con parole o con atti. –
Esempio: Giust. Vers. 281: Lieve all'amore e all'odio, oggi t'inalza De' primi onori sull'ara eminente, Doman t'aborre, e nel fango ti sbalza.
Definiz: § XVII. Tenere alcuno per fango, vale Non tenerlo in alcun conto, Dispregiarlo. –
Esempio: Gozz. Op. scelt. 1, 21: Pare a' dotti che coloro che non sanno, errino sempre, e gli tengano per fango e peggio.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 24: Che cosa esser nel mondo s'è creduto D'alto in basso a guardar quel nuvolone, Che va in carrozza gonfio, pettoruto, E tien per fango un semplice pedone?